LIVE REPORT: Mare Omnis e Epifanie/03 – Palazzo Borghese [RM] – 27/04/2022

A cura di Davide Emanuele Iannace

Mare e gioventù protagonisti in una duplice mostra

Siamo stati alla bellissima mostra dedicata alle Polaroid e alla sperimentazione con un tipo di pellicola molto particolare. Quello che Galleria del Cembalo invece ci offre è un doppio salto, nella doppia mostra Mare Omnis e Epifanie/03, ospitata dentro l’edificio di Palazzo Borghese, già sede diplomatica spagnola ma anche spazio culturale. Cosa ci viene presentato questa volta?

Siamo chiaramente nel reame della fotografia, nella mostra Mare Omnis di Francesco Zizola siamo nel campo di una fotografia, quella con droni, che riprende l’antica tradizione dello scatto aereo, dai palloni aerostatici e non solo, che fin dal XIX secolo ha caratterizzato tal strumento. Cosa fotografa l’autore? Trappole per tonni, quelle bellissime reti che formano costellazioni nel nostro mare, quello notturno, il caldo mare che circonda isole come la Sicilia e la Sardegna dove vivono, ancora oggi, le lunghe tradizioni delle tonnare. Bisogna specificare che le foto sono state scattate proprio nell’isola sarda, nell’area del mare del Sulcis, intorno la Tonnara di Portoscuso.

Una lunga e antica arte, tramandata da generazione a generazione, passo dopo passo – dalla produzione delle reti all’inscatolamento – e che hanno caratterizzato la geografia umana ed economia di intere aree costiere siciliane e sarde. Chi ha avuto la fortuna di visitare il sud-est siciliano, come me, quella zona che è l’area di Marzamemi, sa di cosa si parla. Queste foto dal drone, tutte rigorosamente in bianco e nero, riprendono subito in qualche modo le forme immaginifiche delle stelle all’interno di un mare, delle stelle già ordinate. Come se, in qualche modo, la fotografia del cielo avesse messo in risalto solo le costellazioni (titolo, Constellation, proprio della serie do foto esposte) solo quelle stelle che la forza dell’immaginazione umana ha dato loro forma e scopi assolutamente basati sul rapporto magico con lo spazio e le divinità.

Di fatto, la messa in scena è data tutto dallo spazio generato dagli stessi pescatori, da questi attori invisibili che, come silenziosi operai, mettono sotto nuova orma la realtà delle cose che poi la mano agile di Zizola riesce a catturare. Diventa così la luce delle boe, delle scie delle reti, qualcosa di totalmente non nuovo, ma diverso. Il mare blu diventa nero nella notte. Le stelle si riflettono in nuove forme, totalmente nuove. C’è bellezza negli scatti di Mare Omnis, la bellezza intrinseca di qualcosa che appare quasi come un sogno, come sfocature della realtà. Se di solito la si osserva dalla costa, in questo caso la prospettiva è aerea. C’è magia in queste foto, la magia totalmente nuova di qualcosa a cui ci si è abituati, almeno a cui è abituata l’umanità nella sua forma più larga, che qua assume un carattere del tutto nuovo e diverso.

Diversità è anche il tratto caratteristico di Epifanie/03, la mostra mista di diversi giovani autori e curata da Antonio Biasiucci, che si possono elencare in ordine sparso come Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello, sviluppata all’interno del progetto Lab/per un laboratorio irregolare. Difficile in questo caso osservare e descrivere tale manifestazione nel suo essere generale, perché ovviamente ognuno dei giovani autori ha presentato la fotografia nel suo stile unico e particolare. Qualcosa ha colpito certamente di più lo sguardo di altro. Quel lampo, quella scintilla d’arte che traspariva in alcuni punti piuttosto che altri. Si gira in Epifanie saltando tra le diverse opere di artisti diversi, i diversi fil rouge che connettono abilmente le storie narrate e vissute dalle fotografie. Abbiamo così la raccolta dei talami nunziali che rappresentano contemporaneamente la serenità della vita, ma anche quel breve e conciso viaggio da percorrere fino al risposo eterno. Abbiamo le immagini dei corpi, fermi e immobili, dalle forme più diverse e caotiche, curiose, ma affascinanti nel loro essere diverse da qualsiasi normalità. Questa è l’esistenza di fatto.

La collezione di Zizola invece si concentra su colpi di luce che, in teoria, raccontano una storia di passioni e di dolori, di tormenti, di letalità. Non mentirò dicendo di averlo compreso subito. Di primo acchito, pensavo a rappresentazioni dei particolari di una realtà del tutto diversa, di un mondo fatto di passioni e di dolori, ma anche di relazioni nascoste nei fili del particolare che sfugge inizialmente all’occhio.

È la bellezza della fotografia che compone storie. Spesso sfuggono quelle che gli autori possono intendere, forse semplicemente a volte vince l’ego di chi visita, la sua voglia di mettere in campo la sua storia e trasferirla a quelle stesse foto. La bellezza di Epifanie sta forse non tanto nella qualità delle singole foto, ma nel raccontare tante storie e ognuna, poi, di essere la proiezione di una giovane nuova visione del mondo che trova a Palazzo Borghese lo spazio d’espressione, la possibilità di esistere dinanzi un pubblico.

Mare Omnis, d’altro canto, impone la sua presenza con questo occhio aereo ed estraneo, che sembra quasi alieno, distante, distaccato. L’occhio del drone si allontana dalla realtà fisica, tangibile, delle cose. Mentre in Epifanie vediamo i corpi vicini, gli occhi dei modelli si incrociano con quelli degli osservati, i talami sono a portata di mano e le storie sono lì, davanti a noi, nelle foto di … invece siamo dinanzi all’estraneazione, alla lontananza. Le forme delle reti, quelle costellazioni marine, sembrano tanto distanti dalla mano dell’essere umano, sembrano essere le forme preistoriche e monolitiche di antiche civiltà scomparse, e non invece i sistemi che spariranno prima dell’alba, carichi delle prelibatezze per i piatti della vita quotidiana.

È il fascino che si crea nelle foto in notturna e in bianco e nero, quella sensazione di essere altrove, di essere davanti un mondo intangibile e distante ma che pur attira la mano quasi a voler toccare le foto stesse. A volte si ha come la sensazione di essere, se non esattamente con il drone, quasi sulle coste di una remota spiaggia siciliana, a guardare la vita marina scorrere nella notte, sotto le luci auspicabili di un cielo sgombro e notturno.

 

Le due mostre sono complementari. Se Mare Omnis è l’occhio audace di un solo corpo e di una sola mente che si riflettono nella gestualità, ripetuta e sacra, dei pescatori, Epifanie è la somma delle visioni di giovani talenti, acerbi in parte ma che aspirano a scardinare, a ricostruire, storie e fantasie realizzate in mente prima e poi sulla pellicola dopo. Storie, fondamentalmente, che sono tanto dietro le reti da pesca che dietro gli occhi appena visti di una ragazza nel verde. Storie come quelle dei visitatori, come quelle a cui si da sempre la caccia, tanto di notte che di giorno.

 

INFORMAZIONI UTILI

 

MOSTRA EPIFANIE/03 – LAB/ PER UN LABORATORIO IRREGOLARE A CURA DI ANTONIO BIASIUCCI, con opere di Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello

Dal 27 aprile al 14 maggio 2022

 

MOSTRA MARE OMNIS DI FRANCESCO ZIZOLA

Dal 27 aprile al 30 giugno 2022

 

DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma

 

ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00

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